Ambulatorio Cefalea
L’ambulatorio della Cefalea In Salus è un'eccellenza per la diagnosi, la correzione e il trattamento del mal di testa.
Il termine “cefalea” è un termine aspecifico per indicare un dolore localizzato a livello del capo ma, a seconda della tipologia, può interessare anche viso, cuoio capelluto, parte superiore del collo. La maggior parte delle volte si tratta di un disturbo occasionale anche se, in alcuni casi, può manifestarsi con una certa frequenza e influenzare in modo significativo la qualità della vita di chi ne soffre. Le tipologie di cefalea sono molteplici e di conseguenza anche i sintomi possono essere differenti tra le diverse tipologie. Altrettanto eterogenee sono le cause del mal di testa e possono derivare da una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali.
Pertanto, la gestione ottimale delle cefalee deve essere multidisciplinare.
Per esempio, considerando l’attacco emicranico, sono stati descritti plurimi fattori favorenti:
- stato di stress ed ansia;
- alcuni alimenti: formaggi stagionati, alimenti contenenti il glutammato, spezie, insaccati, cioccolato, alcool;
- cambiamenti ormonali (in particolare il periodo perimestruale);
- stimoli sensoriali (luci lampeggianti e abbaglianti, rumori forti, odori pungenti);
- postura
In ragione di ciò le strategie per affrontare la cefalea non sono solo di tipo farmacologico, ma anche nutrizionale, fisioterapico, psicologico.
Inquadramento delle cefalee
Sono stati ideati diversi sistemi che permettono di classificare le cefalee. Il più riconosciuto è la "Classificazione Internazionale delle Cefalee" (ICHD), redatto dalla International Headache Society e approvato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che si basa sulla descrizione dei sintomi e divide le forme di cefalea in due capitoli principali:
- CEFALEE PRIMARIE: definite anche essenziali o idiopatiche poiché non derivano da altre condizioni mediche e rappresentano da sole la patologia;
- CEFALEE SECONDARIE: definite anche sintomatiche ed includono quelle forme in cui la cefalea rappresenta un sintomo di un’altra patologia, che ne è la causa.
La diagnosi di cefalea primaria è clinica nella maggior parte dei casi (90% circa) e si basa sull’anamnesi del paziente.
E’ importante ricordare alcuni sintomi di allarme (Red Flags) che possono far sospettare una cefalea secondaria:
- Insorgenza dopo i 40 anni;
- Esordio improvviso;
- Dolore di intensità particolarmente elevata, mai provato in precedenza;
- Comparsa di manifestazioni neurologiche o convulsioni;
- Improvviso e sostanziale aumento della frequenza degli attacchi;
- Improvviso cambiamento delle caratteristiche della cefalea;
- Associazione con sforzo fisico o manovre di Valsalva (colpi di tosse, starnuti);
- Durata dell’aura molto breve (<5 minuti);
- Cefalea di recente insorgenza in pazienti con patologia neoplastica o HIV;
- Presenza di sintomi sistemici (febbre, mialgie, perdita di peso);
- Recente gravidanza.
In presenza di tali “segnali di allarme” è opportuno un inquadramento neurologico sollecito.
Nei prossimi paragrafi verranno approfondite le tre tipologie di cefalea primaria più frequenti.
L’emicrania: caratteristiche e sintomi
L’emicrania è un comune cefalea primaria. Molti studi epidemiologici hanno documentato la sua elevata prevalenza e l’impatto socio-economico e personale della malattia. Si ritiene che sia la terza causa di disabilità a livello mondiale sia negli uomini che nelle donne al di sotto dei 50 anni.
L’emicrania è definita come un disturbo cefalalgico ricorrente che si manifesta in attacchi della durata di 4-72 ore; le caratteristiche tipiche della cefalea sono la localizzazione unilaterale, la qualità pulsante, l’intensità moderata o severa, l’aggravamento in seguito ad attività fisica routinaria e l’associazione con nausea e/o fotofobia (fastidio dalla luce) e fonofobia (fastidio dai suoni). Alcuni pazienti sperimentano una fase prodromica, che si verifica ore o giorni prima della cefalea, e/o una fase post dromica dopo la risoluzione della cefalea, che includono iperattività, ipoattività, depressione, desiderio di cibi particolari, ripetuti sbadigli, affaticamento e rigidità e/o dolore del collo.
Aura emicranica
In alcuni casi l’emicrania è anticipata dalla cosiddetta aura emicranica. Essa è caratterizzata da attacchi ricorrenti, della durata di minuti, di sintomi del sistema nervoso centrale unilaterali completamente reversibili di tipo visivo, sensoriale o altri sintomi che di solito si sviluppano gradualmente e sono di solito seguiti da mal di testa e sintomi associati di emicrania.
L’aura visiva è il tipo più comune di aura, che si verifica in oltre il 90% degli attacchi di emicrania con aura. Si presenta spesso come uno spettro di fortificazione: una immagine a zig-zag vicino al punto di fissazione che può diffondersi gradualmente a destra o a sinistra e assumere una forma lateralmente convessa con un bordo angolato scintillante, lasciando nella sua scia gradi assoluti o variabili di scotoma relativo (aree scure nel campo visivo). Seguono in frequenza i disturbi sensoriali, sotto forma di formicolii che si muovono lentamente dal punto di origine ed affliggono una parte più o meno estesa di un lato del corpo, del viso e/o della lingua. Meno frequenti sono i disturbi del linguaggio, di solito afasici (cioè difficoltà nell’espressione del linguaggio).
Molto più rare sono forme atipiche di emicrania con aura, come l’emicrania troncoencefalica e l’emicrania emiplegica.
Emicrania cronica
L’emicrania cronica si definisce come una cefalea che si manifesta per 15 o più giorni al mese per più di tre mesi, che, in almeno 8 giorni al mese, presenta le caratteristiche dell’emicrania.
E’ fondamentale prevenire e trattare adeguatamente l’emicrania cronica in considerazione del rischio di abuso di farmaci antinfiammatori/antidolorifici e della scarsa efficacia delle comuni linee di terapia preventiva.
Cefalea di tipo tensivo
La cefalea di tipo tensivo è molto comune, con una prevalenza nella popolazione generale che varia dal 30 al 78%. Essa ha un elevato impatto socio-economico. Spesso associata a dolore a livello della muscolatura cervicale.
La cefalea è tipicamente bilaterale, di qualità gravativa o costrittiva, di intensità da lieve a moderata e durata da minuti a giorni; il dolore non peggiora con l’attività fisica di routine e non si associa a nausea, sebbene possano essere presenti fotofobia o fonofobia.
Si definisce cefalea di tipo tensivo episodica sporadica quando ci sono meno di un attacco al mese, episodica frequente quando ci sono 1-14 giorni di cefalea al mese, e cronica quando la cefalea è presente per più di 15 giorni al mese.
Cefalea autonomico-trigeminale (TACs)
Esse sono un gruppo di cefalee accomunate dalla presenza di sintomi peculiari a livello del cranio, espressione del riflesso trigemino-parasimpatico.
La forma più comune è la cefalea a grappolo, in cui gli attacchi sono caratterizzati da dolore intenso, strettamente unilaterale, orbitario, sovraorbitario, temporale, della durata di 15-180 minuti, che si manifesta da una volta ogni due giorni a otto volte al giorno. Il dolore si associa a iniezione congiuntivale, lacrimazione, congestione nasale, rinorrea, sudorazione della fronte e del volto, miosi, ptosi e/o edema palpebrale, e/o con irrequietezza o agitazione.
Trattamento della cefalea
Una gestione multidisciplinare e un percorso terapeutico strutturato conducono a risultati ottimi.
Per prima cosa è fondamentale sottoporsi ad una visita neurologica specialistica, per inquadrare al meglio il problema cefalalgico e impostare il trattamento farmacologico e non, rivalutandolo periodicamente per capirne l’efficacia ed evitare effetti collaterali.
La terapia farmacologica impostata sarà acuta per aiutare il paziente ad affrontare gli attacchi acuti e preventiva per ridurne il più possibile frequenza e la quantità.
Il neurologo, in base a quanto riscontrato in fase di visita, concorderà e coordinerà un piano d’azione multidisciplinare, coinvolgendo altri professionisti esperti nel settore, per valutare e trattare i fattori trigger principali:
- Fisioterapista per approfondire il contributo muscolare o articolare della zona cervicale e/o temporomandibolare;
- Psicologo-psicoterapeuta per approfondire l’eventuale contributo degli aspetti psico-emotivi come lo stress;
- Nutrizionista per approfondire il possibile contributo dell’alimentazione;
Approcci Terapeutici per la cefalea
- Terapia farmacologica principalmente analgesici ed antinfiammatori non steroidei (FANS). La terapia farmacologica viene modulata e personalizzata in base alle caratteristiche di ogni paziente e alla tipologia di cefalea riscontrata.
- Modifiche dello Stile di Vita
- Sonno regolare: dormire troppo o troppo poco può scatenare attacchi di emicrania.
- Alimentazione bilanciata: evitare cibi ricchi di tiramina (formaggi stagionati, vino rosso) o glutammato.
- Idratazione adeguata: la disidratazione è un trigger comune.
- Gestione dello stress: praticare tecniche di rilassamento (yoga, mindfulness, meditazione).
- Fisioterapia e attività fisica
- Trattamenti fisioterapici il cui obiettivo è quello di individuare e neutralizzare i principali fattori trigger, riducendo frequenza e quantità degli attacchi
- Esercizio aerobico moderato (camminata, nuoto, ciclismo a bassa intensità) per migliorare la circolazione cerebrale e ridurre lo stress.
- Attività ad alta intensità possono innescare crisi in alcuni pazienti, quindi è necessario valutare caso per caso.
- Stretching e ginnastica posturale per ridurre la tensione muscolare che può contribuire agli attacchi.
- Terapia con Tossina Botulinica
- Indicata per l’emicrania cronica refrattaria.
- Blocca il rilascio di neuropeptidi infiammatori e riduce la sensibilizzazione neuronale.
Studi clinici dimostrano una riduzione del numero di giorni di cefalea mensile e un miglioramento della qualità della vita.