30.04.2019

Lo stress prende vita in maniera diversa in ognuno di noi. Di solito si manifestano sintomi di tipo psichico (come ansia, attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi e tic,) o disturbi fisici che spesso colpiscono lo stomaco e l’intestino, la testa con emicranie e cefalee ricorrenti, il sistema cardio vascolare con problemi di pressione e l’apparato muscolare, con tensione e stanchezza cronica.

Oggi parleremo del come bisogna intervenire quando ci si accorge di essere sotto stress

È importante accorgersi della propria situazione di stress

È necessario portare l’attenzione su noi stessi, spostando lo sguardo da fuori a dentro. Prova a chiederti, ogni tanto , durante la tua giornata: “come sto?”. Si tratta di una domanda semplice che però non ci facciamo mai, una domanda fondamentale per cominciare a essere consapevoli di come viviamo. Faccio caso e ascolto quello che mi accade, senza giudizio percepisco quello che sono e ne divento consapevole: senza questo passaggio nessun cambiamento è possibile.

È necessario cambiare sguardo

Cambiare sguardo significa cambiare atteggiamento nei confronti delle cose che mi accadono e che non mi piacciono. Significa accogliere sintomi e disagi come voci profonde dell’anima, voci che vengono per aiutarci ad aggiustare la rotta, per stare bene.

Cambiare sguardo significa non cercare di cambiare le cose, di risolvere i problemi, di cercare le cause e i perché di ogni cosa.

Cambiare sguardo significa anche smettere di parlare dei propri problemi e disagi, dando voce ad un lamento che cronicizza i problemi.

Cambiare sguardo significa non avere aspettative e non fare troppi progetti: i nostri schemi mentali rendono rigide le giornate e non ci permettono di stare con quello che c’è, con le cose che accadono e che, quasi sempre, sono diverse da quelle programmate.

Fare affidamento sulla nostra anima non è qualcosa di astratto, al contrario ha anche con azioni e atteggiamenti molto concreti. Per contattare la nostra anima profonda e lasciarci guidare da questa sapienza interna occorre riattivare la nostra parte creativa facendo cose che ci spostano dal pensare al fare, dal ragionare al sentire, dal programmare al lasciar fluire.

L’arte in tutte le sue forme ci porta in questa direzione, ma anche cucinare un cibo, danzare seguendo la musica e il corpo, camminare in un bosco, leggere una storia, sognare la notte, fare l’amore sono tutti eventi che attivano quella parte del nostro cervello antica che sa creare il nuovo da ciò che già esiste.

Tutte queste cose rigenerano il nostro cervello che troverà così le soluzioni che cerchiamo: non è il ragionamento che ci porta a risolvere i nostri problemi o a diminuire i nostri disagi, ma l’intuito e lo stare nel corpo e nei sensi. La capacità di stare in silenzio, nell’attesa e nel buio sono gli ingredienti indispensabili per contattare quelle risorse interne capaci di guidarci, di guarirci e di abbattere lo stress.

“In molte società sciamaniche, se andate da uno sciamano o donna medicina per lamentarvi di essere sfiduciati, scoraggiati, depressi, affaticati loro vi faranno queste quattro domande: QUANDO HAI SMESSO DI BALLARE? QUANDO HAI SMESSO DI CANTARE? QUANDO HAI SMESSO DI ESSERE INCANTATO DALLE STORIE? QUANDO HAI SMESSO DI TROVARECONFORTO NEL DOLCE TERRITORIO DEL SILENZIO?”