Troppo spesso mi ritrovo ad ascoltare mamme spezzate.
Mamme che tentano di essere brave e giuste e si spezzano in mille parti a furia di cercare di non sbagliare, di rispondere alle richieste, di non fallire, di fare quello che dicono gli specialisti, i libri, i pediatri, gli psicologi .
Mi ritrovo lì a guardare la sofferenza e la paura, a volte l’angoscia, di non essere all’altezza, di non farcela a fare come tutte (quali tutte?!), di fallire.
Un dolore viscerale. Della pancia.
Resto sempre più colpita da questa schiera di donne, intelligenti e capaci, che invece si sentono disperse, inadeguate, sempre sbagliate.
Che sia l’allargamento o la gestione del sonno dei più piccoli, che siano le prime regole da mettere o i no! da dire ad alta voce, che siano i testa a testa con i più grandi ... ciò che butta tutte queste mamme e donne nella sofferenza è la ricerca di una ricetta e il desiderio di non sbagliare.
Cercano sui libri e sui social, cercano dagli specialisti, cercano nelle ore della notte quando non riescono a dormire, cercano guadando gli altri ... ma non trovano.
Non trovano perché la ricetta non esiste, perché la domanda che si fanno è sbagliata e quel desiderio di non sbagliare pure.
Vedo queste donne sollevarsi e prendere vita quando pronuncio parole come spontaneità , istinto, va bene così, si può sbagliare, buon senso, ....
I figli non sono il risultato delle nostre azioni, delle nostre prodezze genitoriali o dei nostri errori madornali!
Certo che abbiamo un ruolo nella loro crescita, ma non siamo così potenti e nemmeno onnipotenti.
Quando ce ne rendiamo conto, quando finalmente riusciamo a essere oneste con noi stesse, le risposte arrivano.
Troviamo la direzione che non è più quella giusta o quella sbagliata, ma è la nostra: quella che sentiamo andare bene per noi in quel preciso momento, in quelle circostanze, con quel particolare figlio.
La troviamo sapendo che è UN modo, e non IL modo, per affrontare la questione.
La troviamo perché improvvisamente il punto non è più non sbagliare ma essere autentiche.
E i nostri figli improvvisamente si trovano davanti l’esempio di una persona che vive la sua vita senza troppe maschere o finzioni.