Diastasi addominale dopo la gravidanza:
sintomi e soluzioni
La diastasi dei muscoli retti addominali è un eccessiva separazione di questi muscoli sulla linea mediana , una sottile banda di tessuto connettivo, che va da sterno a pube. Causata non dalla perdita dell’integrità della linea alba, ma come risultato di una sua debolezza, cui consegue una distensione.
Anche se ancora poco conosciuta riguarda circa i 2/3 delle neomamme: in alcuni casi si risolve spontaneamente in altri persiste con disturbi e sintomi che possono influenzare la qualità di vita della donna. Quindi non è solo un problema estetico, ma è importante che venga fatta una valutazione dello specialista.
Quando è bene chiedere il consulto ad un professionista?
Dopo il parto è bene consultare un’ostetrica, un ginecologo o un fisioterapista nel caso in cui
vi è il dubbio della sua presenza effettuando un’autovalutazione, ma anche in presenza di
problematiche come:
- postura scorretta di iperlordosi (accentuata curva della colonna lombare),
- mal di schiena, dorsale o lombare dovuti al carico sulla colonna vertebrale
- ernia ombelicale e/o ernia epigastrica
- gonfiore addominale che in alcune donne è visibile lungo la linea alba che dall’ombelico
sale verso lo sterno.
- disturbi della digestione e disturbi intestinali
- incontinenza urinaria
- sensazione di pesantezza nella zona pelvica /prolasso
- dolore pelvico
Perché la gravidanza è un fattore di rischio?
Perché durante la gravidanza vi è un aumento di pressione addominale data dall’utero che cresce, i muscoli addominali ricevono quindi una maggior pressione, ma non solo: tutta la “scatola” bacino/addome/torace è sottoposta a numerose sollecitazioni e modificazioni (meccaniche e ormonali). Se sommiamo fattori di rischio come disfunzioni posturali, ridotta mobilità del bacino, incapacità di gestione della pressione addominale preesistente, aumento di peso eccessivo, familiarità, età materna superiore a 35 anni, il rischio può aumentare. Anche In caso di plurigravidanze o gravidanze gemellari.
Come intervenire?
Nel caso in cui la diastasi non abbia una soluzione spontanea, è bene rivolgersi ad un professionista (ostetrica o fisioterapista) che, grazie ad una valutazione ed eventualmente al supporto ecografico, riesca ad identificare l’entità della diastasi in modo tale da poter accompagnare la donna verso una soluzione grazie ad un percorso studiato ad hoc per ciascuna.
L’approccio terapeutico è globale e volge a ripristinare una corretta funzionalità del corpo, una corretta gestione degli aumenti pressori, una corretta postura, rinforzando la core stability , correggendo stili di vita e atteggiamenti , fino a giungere per le diastasi severe l’intervento chirurgico.