Marzo. Le giornate si fanno più lunghe, l’aria più tiepida, si incomincia a vivere di più all’aperto, c’è più voglia di fare attività sportiva, di uscire dal guscio delle nostre case che ci ha protetto durante l’inverno. Ci si sente più carichi, più energici, come se il risveglio della natura coincidesse con un risveglio emotivo. Ma non è così per tutti…
Che i disturbi dell’umore abbiano una componente “biologica”, che ci può rendere vulnerabili al di là dei fattori stressanti che incontriamo nel corso della vita è ben noto, ed è reso ancora più drammaticamente evidente considerando la ciclicità stagionale che spesso si accompagna agli episodi affettivi, di qualsiasi polarità. E’ stata anche codificata una categoria diagnostica ad hoc che descrive i disturbi affettivi con questa ciclicità: Disturbo Affettivo Stagionale (Seasonal Affective Disorder, SAD).
Disturbi dell'umore: perchè hanno una stagionalità?
Le cause biologiche della stagionalità sono da ricercarsi nell’effetto che la luce solare ha nella produzione di alcuni neurotrasmettitori, stimolando in particolare la produzione di serotonina, neurotrasmettitore fondamentale nella regolazione dell’umore, e della molecola deputata al suo trasporto (SERT) ed influenzando anche la produzione di melatonina, neurormone implicato nella regolazione del sonno. Con l’aumento delle ore di luce, durante la primavera fino all’inizio dell’estate, chi soffre di SAD tende ad iperprodurre serotonina e a disregolare la produzione di melatonina: il risultato può essere un’iperattività accompagnata da un aumento dell’irritabilità, un ridotto bisogno di sonno, fino a poter sviluppare un vero e proprio episodio maniacale.
Viceversa, durante i mesi autunnali e l’inizio dell’inverno la produzione di serotonina può rallentare di pari passo con la riduzione delle ore di luce; la produzione di melatonina, contemporaneamente, tende ad aumentare: ed ecco il calo del tono dell’umore, l’ipersonnia, il calo di energia, di iniziativa…tutti sintomi che possono arrivare a costituire un vero e proprio episodio depressivo.
A ulteriore conferma di queste osservazioni, possiamo ricordare che nei Paesi del Nord Europa (con l’interessante eccezione dell’Islanda), ovvero laddove le ore e l’intensità della luce sono ridotte per molti mesi all’anno i tassi di incidenza e prevalenza dei disturbi depressivi è significativamente più elevato che nel resto d’Europa (così come, drammaticamente, il tasso di suicidi…).
Disturbo Affettivo Stagionale: quando preoccuparsi?
Di certo non si deve ricorrere ad un antidepressivo appena ci sentiamo un po' malinconici in autunno, né ad un antimaniacale appena ci sentiamo “frizzanti” per l’arrivo della primavera… Come sempre, l’aspetto davvero patologico dei disturbi dell’umore è la scomparsa delle fluttuazioni fisiologiche dell’umore stesso, che resta per stabilmente troppo basso o troppo elevato indipendentemente da quanto ci capita, interferendo in maniera significativa con i nostri pensieri, le nostre attività, le nostre relazioni, la nostra qualità di vita.