01.10.2024

ernia del disco: cos'è, sintomi e trattamenti

L’ernia del disco è una patologia molto specifica della colonna vertebrale che si verifica con la fuoriuscita di una parte del nucleo polposo contenuto nel disco. 

Spesso le persone, appena hanno mal di schiena tendono a pensare che si tratti di ernia del disco, perchè è una patologia molto diffusa. Secondo recenti studi, 4 italiani su 5 avranno a che fare con una discopatia durante la loro vita. 

L’ernia comporta sintomi e disturbi quando, fuoriuscendo, va a comprimere dei nervi e spesso i sintomi sono irradiati a distanza rispetto al punto dove si trova l’ernia, verso il braccio o verso l’arto inferiore. Quindi, nella maggior parte dei casi, la comune lombalgia non è causata da un’ernia. 

Ernia del disco: i falsi miti

La diffusione dell'ernia del disco nella popolazione, ha portato con se falsi miti molto diffusi ma del tutto errati, tra cui:

  • L’ernia non si può “spingere in dentro” attraverso il trattamento manuale. Molte persone sono convinte di questo, ma anatomicamente è impossibile farlo. Ci sono però altre strategie per ridurre la protrusione e quindi la compressione sulle radici nervose. 

  • L’ernia del disco non si cura soltanto con il trattamento chirurgico. Tutt’altro! L’operazione è l’ultima spiaggia, sono molti di più i casi di ernia risolta con la fisioterapia e la terapia antalgica

  • Se ho un'ernia al disco sento forte dolore nella zona in cui si trova l'ernia. In realtà la sintomatologia dolorosa non è data dall’ernia in sé, ma è provocata della compressione che l'ernia esercita su uno o più nervi. Infatti esistono anche molte "ernie asintomatiche", che ci sono ma non provocano alcuna spiacevole conseguenza. In quel caso non serve alcun trattamento. Molti potrebbero avere un’ernia asintomatica e non saperlo.

Ernia del disco: cos'è

La colonna vertebrale è composta da vertebre, 33 ossa messe una sopra l’altra che racchiudono e proteggono il midollo spinale. 

Oltre a sostenere il corpo e proteggere il midollo, la colonna vertebrale deve anche essere flessibile per consentire il movimento di tutta la schiena. Per questo, le vertebre si collegano tra loro tramite le faccette articolari posteriori e tra una vertebra e l’altra ci sono dei cuscinetti, che attutiscono i colpi e permettono alle vertebre di avere un po’ di flessibilità. 

Questi cuscinetti si chiamano dischi intervertebrali e sono composti da due parti: il nucleo polposo, che sta all’interno e si può immaginare come una massa gelatinosa (è composto da acqua all’88%) e l’anello fibroso, che circonda e avvolge il nucleo. 

Quando, per vari motivi, l’anello fibroso si fessura, il nucleo al suo interno tende ad uscire, generando un’ernia del disco.

Se il nucleo fibroso, invece che avere una fessura, si assottiglia, il nucleo tende a spingerlo in fuori e si crea una sporgenza del disco intervertebrale. In questo caso non si parla di ernia ma di protrusione discale.

È fondamentale distinguere le due cose perché, anche se qualche sintomo può essere simile, la protrusione ed il bulging sono meno gravi e si curano in maniera diversa.  

Ernia del disco: le cause e i fattori di rischio

L’ernia discale colpisce soprattutto le persone con età compresa fra i 30 e i 55 anni. Dopo i 55/60 anni i dischi intervertebrali tendono a disidratarsi e irrigidirsi. Così hanno meno pressione e meno forza di spingere il nucleo polposo verso l’esterno, ossia verso il nervo spinale.

Quindi, al contrario di quello che si potrebbe pensare, più si invecchia e meno è probabile avere un’ernia del disco che vada incontro ad una risoluzione chirurgica. 

Le cause dell’ernia possono essere differenti, a volte contrastanti l’una con l’altra. 

I fattori di rischio più comuni sono:

  • Obesità

  • Sedentarietà

  • Lavori usuranti 

  • Postura scorretta

  • Sport usuranti (come il sollevamento pesi)

  • Movimenti scorretti e ripetuti 

  • Sforzi eccessivi 

  • Mancanza di muscolatura profonda 

Oltre a queste principali cause, naturalmente gioca a sfavore la predisposizione. 

Quando lo specialista diagnostica l’ernia discale, non sempre è in grado di dire quale sia la causa perché spesso sono cause molteplici. Ci sono tuttavia delle indicazioni precise su cose da fare e da non fare per la prevenzione

Ernia lombare e ernia cervicale

La colonna vertebrale è divisa in quattro parti: colonna cervicale, colonna dorsale, colonna lombare e osso sacro. 

La parte lombare della colonna è quella sottoposta a maggior carico e di conseguenza le ernie lombari sono in assoluto le più frequenti. 

Anche le ernie cervicali sono abbastanza comuni perché lo zona cervicale è la parte della colonna più mobile, oltre ad essere la parte che soffre di più per posture scorrette. 

Le ernie dorsali invece sono molto più rare, e sono anche le più difficili da operare. 

Quando l’ernia esce dal disco (“ernia estrusa”) può andare a comprimere le radici nervose che hanno origine dal midollo spinale, il quale si trova all’interno del canale vertebrale. A seconda di quanto è grande l’ernia, di quanto comprime il nervo e di dove si trova si possono generare diversi sintomi. Il dolore può essere acuto e localizzato oppure irradiarsi verso gli arti, superiori o inferiori, oppure anche verso l’addome inferiore e l’inguine, in base a dove si trova l’ernia. 

Ernia del disco: i sintomi

I sintomi più comuni dell’ernia lombare sono il dolore alla parte bassa della schiena, che può irradiarsi e proseguire fino al piede, coinvolgendo anche i glutei, la coscia e la gamba. 

Quando succede questo si parla di sciatalgia (infiammazione del nervo sciatico). 

Esiste anche la cruralgia, che coinvolge il nervo crurale il quale può interessare l’addome inferiore, l’inguine, la faccia anteriore e interna della coscia fino alla parte interna del piede. 

In base a dove il dolore si irradia, lo specialista Neurochirurgo è già in grado di ipotizzare a che livello vertebrale possa trovarsi l’ernia. 

L’ernia cervicale invece porta dolore soprattutto al collo, alla scapola e alla spalla e può irradiarsi fino a prendere tutto l’arto superiore fino alle dita della mano. Questa irradiazione si chiama brachialgia.

Sia per l’ernia cervicale che per l’ernia lombare la condizione diventa più grave se oltre al dolore si manifestano formicolio, diminuzione o perdita di forza muscolare e di sensibilità agli arti. 

Nei casi più gravi si può arrivare all’ernia paralizzante, ossia alla comparsa di deficit di forza a carico di alcuni gruppi muscolari con difficoltà in alcuni movimenti specifici come ad esempio camminare sulle punte dei piedi oppure sui talloni, nel caso dell’ernia del disco lombare.

Quando lo stesso midollo spinale inizia a soffrire perché è compresso si parla di mielopatia. Questo stato è abbastanza pericoloso perché può presentarsi in assenza di dolore e con sintomi motori e sensitivi che troppo spesso vengono trascurati. Per questo è fondamentale riconoscerla per tempo, prima che i sintomi siano eclatanti e irreversibili. 

Nel caso si verificassero uno o più di questi sintomi è bene rivolgersi ad uno specialista Neurochirurgo e consigliamo di farlo il prima possibile qualora si presentassero formicolio, perdita di sensibilità o ancora peggio, perdita di forza. 

Lo specialista a cui rivolgersi per l'ernia del disco a Lecco

Il medico specialista più indicato a cui rivolgersi in caso di questi sintomi è il neurochirurgo spinale.

Al Centro In Salus di Lecco, visita il Dott. Nicola Pieracci, specialista di riferimento per la chirurgia vertebrale mininvasiva robotica.

Inoltre, nel team specialistico della colonna vertebrale nel nostro centro, visitano la fisiatra e ozonoterapista Dott.ssa Francesca Zucchermaglio, il Dott. Bruno Caratozzolo fisioterapista ed il Dott. Roberto Valsecchi anestesista per la terapia del dolore. 

La diagnosi

Come per tutte le patologie, la diagnosi dell’ernia discale inizia con la conoscenza del quadro clinico e con il racconto dei sintomi (anamnesi) insieme al Neurochirurgo. 

Lo specialista usa poi dei test specifici per effettuare la diagnosi clinica, la quale andrà confermata con l’esame strumentale più idoneo, come la Risonanza Magnetica

Se si evidenzia un deficit di forza, lo specialista valuterà se consigliare l’esecuzione di una elettromiografia per studiare la conduzione elettrica del nervo e quindi l’eventuale sofferenza neurologica. 

Il trattamento dell'ernia del disco

La prima risposta alla domanda “come curare l’ernia del disco”, se non ci sono rilevanti deficit neurologici è sempre il trattamento conservativo: farmaci e fisioterapia. 

Lo stesso chirurgo infatti, dopo la diagnosi invia il paziente ad un fisioterapista, salvo rari casi in cui si presentino specifici sintomi per cui è necessario operare d’urgenza (sindrome della cauda).

Oltre alla terapia farmacologica, compresa anche la terapia antalgica (infiltrazioni mirate), che aiuta molto a gestire il sintomo del dolore anche se non risolve il problema, ci sono molte terapie che sono utili per la cura dell’ernia e che possono riportare il paziente ad uno stato di salute e benessere.

La laserterapia per esempio è molto utile perché riduce il dolore e l’infiammazione in fase acuta, e prepara il paziente a sostenere altri tipi di terapia. 

L’Ozonoterapia è una delle terapie più consigliate ed efficaci per l’ernia del disco, perché le infiltrazioni di ossigeno-ozono stimolano le difese contro i radicali liberi e, nella pratica, aiutano a ridurre la pressione dell’ernia sulle terminazioni nervose.

Oltre all’Ozonoterapia, nel nostro centro viene usata una metodica particolare e molto efficace di terapia del dolore, che è mirata e poco invasiva. 

Superata la fase acuta, anche la terapia manuale e l’osteopatia possono portare ottimi benefici nella gestione del dolore e dell’impotenza funzionale. Spesso si combinano insieme all’applicazione del kinesio taping: bende adesive elastiche che posizionate in un certo modo esercitano una trazione e riducono il carico fisiologico sulla parte che si vuole curare. 

Infine la rieducazione in sala riabilitativa e l’auto-terapia, ovvero gli esercizi da svolgere a casa su consiglio del fisioterapista, sono due aspetti fondamentali ed imprescindibili per ritornare alla normalità, ossia al ritorno all’attività lavorativa e sportiva e soprattutto per prevenire le recidive. 

Si tratta di una fase particolarmente importante sia per chi riesce a curare l’ernia discale senza intervento sia per chi invece deve ricorrere alla chirurgia. 

Quando è inevitabile ricorrere alla Chirurgia?

A decidere quando operare l’ernia del disco è lo specialista Neurochirurgo, che solitamente consiglia l’intervento chirurgico in due casi: dopo aver tentato con la terapia conservativa se i sintomi persistono oppure quando si presenta la sindrome della cauda (vera urgenza chirurgica) oppure in caso di ernie paralizzanti irreversibili.

Va detto però che l’intervento non elimina la causa per cui il disco intervertebrale si è erniato. Per questo motivo la riabilitazione ed un cambio di abitudini sono indispensabili per evitare la comparsa di recidive di ernia del disco.

Consigli per prevenire l'ernia del disco e le recidive

Concludiamo con questa raccomandazione e con alcuni consigli utili su come prevenire l’ernia del disco: 

  • Praticare attività sportive che rafforzano ma non sollecitano troppo la colonna vertebrale, come il nuoto, il nordic walking o il pilates
  • Evitare di praticare sport che sollecitano invece molto la schiena, soprattutto in modo asimmetrico (es: tennis), con particolare riguardo se si ha già avuto a che fare con un’ernia e c’è il rischio che si ripresenti. 
  • Fare esercizi specifici per rafforzare la muscolatura profonda e posturale, rivolgendosi ad un fisioterapista per imparare prima ad eseguirli correttamente. 
  • Di fondamentale importanza: fare riabilitazione dopo aver curato un ernia, per evitare recidive. 
  • Correggere eventuali posture scorrette, dovute per esempio al lavoro, con della rieducazione posturale ed utilizzando sussidi posturali, possibilmente su consiglio di un fisioterapista di fiducia, perché non tutti quelli venduti sono davvero positivi per la postura.

Articolo di:

Pieracci Nicola

neurochirurgo