11.03.2021

giornata mondiale del rene

In occasione della Giornata Mondiale del Rene, il Nefrologo del Centro In Salus, il Dott.Pozzi , ci porta le testimonianze di alcuni sui pazienti.

“Dottore, vorrei un rene nuovo”.

Così esordisce un uomo sulla settantina, entrando in ambulatorio. E’ il suo modo per spiegarmi il motivo della visita. In effetti, guardando gli esami, mi accorgo che ha ragione: i suoi reni non funzionano quasi più.

“Per avere un rene nuovo deve essere messo in lista per il trapianto renale. Mi lasci dire, però, che ha aspettato troppo. Sono anni che i suoi reni sono malati e non ha mai fatto nulla”.

“Io stavo benone. Perché dovevo preoccuparmi dei miei reni? Ero convinto che fossero in piena salute”.

Questa giustificazione la conosco molto bene, perché è quanto mi dicono troppe persone che arrivano in ambulatorio con i reni malconci. Purtroppo, l’insufficienza renale non avvisa quando arriva, perché non dà dolori e disturbi per tanti anni.

“Voglio spiegarle una cosa”, gli dico. “In Italia ogni anno ci sono circa 10.000 persone che iniziano la dialisi, perché i loro reni non funzionano più; di questi, 1800 sono in Lombardia”.

Poi proseguo: “Sa cosa mi preoccupa? Il fatto che, purtroppo, si sottovalutino le malattie che distruggono i reni, perché non danno dolori. Ad esempio, la pressione alta, il diabete, il colesterolo alto, l’obesità, sono malattie molto diffuse, che spesso danneggiano e distruggono i reni. Ce ne sono, poi, anche altre più subdole e meno conosciute, che non sto a elencarle. Guardi, ho negli occhi la faccia di molte persone, che sono arrivate tardi dal Nefrologo. Le voglio presentare brevemente alcune storie, così capirà cosa mi preoccupa.

Un rene nuovo per la glomerulonefrite

Luca, 31 anni, lavorava sulle ruspe. Un lavoro pesante, che gli piaceva un sacco. Un giorno ha incominciato a sentirsi stanco, ma pensava fosse dovuto al lavoro eccessivo. Perdurando la stanchezza, ha fatto gli esami prescritti dal medico, a cui è seguito l’invio urgente al Nefrologo.

Ascoltando la sua storia e guardando i suoi esami ho capito che non c’era più nulla da fare per salvargli i reni. Luca aveva una malattia renale (una “glomerulonefrite”) insorta quando era bambino, dopo un episodio di mal di gola.

La malattia era persistita nel tempo, distruggendogli lentamente i reni. Il solo segno della sua presenza erano le proteine nelle urine. Ma Luca non aveva mai fatto un esame delle urine, per cui non aveva potuto scoprire la presenza della glomerulonefrite. Ho cercato di curarlo, riuscendo a rallentare il decorso della malattia, ma dopo tre anni Luca ha iniziato la dialisi. Per fortuna, due anni dopo ha potuto ricevere un trapianto renale ed ha sospeso la dialisi.

L'effetto tossico sui reni delle dosi massicce di antiinfiammatori

Anna, di 45 anni, soffriva da molto tempo di emicrania. Quando aveva gli attacchi (almeno due volte al mese) assumeva antiinfiammatori e antidolorifici vari. Era il solo modo per poter avere una vita buona. Capitava che per una settimana intera prendesse ogni giorno 2-3 compresse di antiinfiammatori diversi.

Non aveva mai avuto dolori ai reni, per cui si era meravigliata quando il suo medico le aveva consigliato una visita Nefrologica. Gli esami mostravano un quadro di insufficienza renale cronica avanzata.

Quando glielo ho detto, Anna è rimasta sorpresa e amareggiata, perché non se lo aspettava. Ho dovuto spiegarle l’effetto tossico sui reni delle dosi massicce di antiinfiammatori assunti ed ho faticato non poco per cercare una strategia terapeutica in grado di curare la sua cefalea, rispettando i reni. Per fortuna il danno renale si è fermato.

Le conseguenze della pressione alta sui reni

Giuseppe, di 71 anni, aveva la pressione alta da più di 30 anni. Mi ha detto che nella sua famiglia c’erano diverse persone con lo stesso problema.  Diceva che il padre, che aveva la pressione alta, aveva vissuto fino a 83 anni ed era poi morto per un tumore. Pertanto, era convinto che la pressione alta fosse una condizione benigna e non pericolosa. E poi non aveva mai avuto dolori ai reni.

E così si era curato in modo approssimativo e discontinuo. Gli esami che mi ha portato dicevano che i suoi reni funzionavano circa al 15% e l’ecografia renale mostrava reni rimpiccioliti e induriti.

Gli restavano non più di 2-3 anni prima di iniziare la dialisi. Ho dovuto misurare le parole, per spiegargli correttamente la situazione, senza togliergli la speranza di una vita buona.

Non le racconto altre storie. Mi fermo qui. Spero che lei abbia capito il problema. Adesso vediamo cosa si può fare per mantenere quel poco che resta della sua funzione renale”.

L'importanza di controllare la salute dei reni

Troppo spesso le persone arrivano al Nefrologo tardi, quando il danno è già avanzato in modo irreversibile.

Come sarei felice di poter intervenire prima e salvare i reni di quanti hanno malattie pericolose, e magari non lo sanno.

Penso ai ragazzi che hanno proteine nelle urine; penso alle migliaia di persone con ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia; penso alle troppe persone in sovrappeso; penso a quanti hanno forme congenite (come i reni policistici) e calcolotiche; penso, infine, al danno da farmaci, che è molto sottovalutato.

Non serve molto. Basterebbe un controllo dal Nefrologo, per sorvegliare queste malattie e per accertarsi che i provvedimenti messi in atto siano corretti.

Articolo di:

Pozzi Claudio

Nefrologo