21.11.2024

la diagnosi e la cura per la scoliosi dell’adulto

La scoliosi dell’adulto è una deformità della colonna vertebrale in senso tridimensionale, dovuta a flessorotazione vertebrale che determina una curvatura del paziente sia dal punto di vista frontale (pendente lateralmente o scoliosi vera e propria), sia sagittale (dorso curvo con gibbosità o gobba).

Differente dalla scoliosi adolescenziale dovuta solo a rototraslazione vertebrale congenita, la scoliosi dell’adulto peggiora anche e soprattutto a causa della degenerazione dei dischi vertebrali.

La scoliosi nell'adulto può essere la ripresa evolutiva di una scoliosi adolescenziale o conseguenza di una discopatia degenerativa: il percorso di cure più corretto è studiato in base al dolore e alla storia clinica del paziente.

I sintomi della scoliosi 

La scoliosi dell’adulto si manifesta con:

  • dolori alla colonna vertebrale, soprattutto a livello lombare, ma anche dorsale o cervicale, a seconda della gravità e della sede della scoliosi o deformità vertebrale;
  • progressiva deformità della colonna, in particolare con cifosi o gibbosità (dorso curvo) o con pendenza laterale (scoliosi).

La diagnosi di scoliosi

È necessario in primo luogo una accurata anamnesi del paziente, seguita dall’esame obiettivo. In questo caso, la scelta del Neurochirurgo e della struttura a cui affidarsi gioca un ruolo di primo piano. L'esperienza pregressa, la multidisciplinarietà e l'abilità chirurgica, influenzano in modo significativo il buon esito della diagnosi corretta e quindi della scelta del trattamento più adatto al paziente.

Fondamentale è la radiografia del rachide in toto, grazie alla quale si ottengono immagini della colonna al fine di identificare alterazioni congenite e processi degenerativi, l'entità della scoliosi e la misurazione degli angoli di deformità.

Dopo la prima visita, quindi, sarà il Neurochirurgo esperto in patologie spinali a consigliare l'esecuzione di esami strumentali specifici:

  • Risonanza magnetica (RMN) rachide Lombo Sacrale: per valutare la presenza di stenosi del canale lombare,  presenza di ernie, presenza di discopatie
  • Tomografia computerizzata (TC) rachide Lombo Sacrale: per valutare la qualità dell'osso e l'entità dell'osteofitosi
  • EOS (radiologia con basse radiazioni) rachide per lo studio tridimensionale della colonna con il calco degli indici spinopelvici , necessaria per il planning pre operatorio.

La cura: dal trattamento conservativo alla chirurgia

Dopo aver formulato una corretta diagnosi, il Neurochirurgo si occuperà di coordinare il team che assisterà il paziente verso la guarigione

Il primo approccio, nella maggior parte dei casi, è quello non chirurgico :

  • trattamento conservativo farmacologico antinfiammatorio e/o cortisonico;
  • stile di vita sano con riduzione del peso corporeo;
  • ginnastica riabilitativa e rinforzo muscolare con fisioterapista o personal trainer
  • No busto (non serve a correggere, indebolisce la muscolatura), si può utilizzare negli anziani per funzione contenitiva. 

Nel caso in cui questo approccio conservativo non determinasse i risultati sperati, è bene valutare l’eventuale ricorso alla chirurgia con decompressione e artrodesi vertebrale, soprattutto in casi con:  

  • deformità vertebrale oltre i 40° di scoliosi; 
  • cifosi con difficoltà a mantenere lo sguardo retto; 
  • problematiche neurologiche agli arti inferiori, 
  • dolore che altera le normali attività di vita quotidiana e che non risponde alla terapia conservativa

Dopo l'intervento è necessario impostare un percorso riabilitativo fisioterapico, per cui è indispensabile che il paziente abbia instaurato un rapporto di fiducia con il Fisioterapista e sia parte attiva del suo percorso di guarigione.   

Articolo di:

Pieracci Nicola

neurochirurgo