Devo dire che negli ultimi anni le nuove generazioni sembrano più aperte nei confronti della psicologia e della psicoterapia. Fanno meno fatica a chiedere un aiuto e sono più disponibili a entrare nello studio di uno specialista della Psiche.
Restano comunque attive molte credenze e alcuni stereotipi su questa professione che spaventa tanti e sembra inutile per molti.
A dispetto di queste idee però mi accade quotidianamente di raccogliere, da pazienti e persone che ormai pazienti non sono più, parole e riflessioni su quanto la psicoterapia li abbia non solo aiutati in un momento di crisi ma soprattutto arricchiti di una conoscenza e di una scoperta di se che non si aspettavano.
Chi va in psicoterapia solitamente è mosso da un disagio
Che sia fisico, psichico, che abbia a che fare con una fase della vita o una crisi, quel disagio e la speranza di stare meglio sono la spinta a chiamare per fissare il primo appuntamento.
Spesso la prima volta è un momento emozionante: sedute in attesa di entrare le persone si fanno mille domande e a volte ripassano mentalmente le cose da dire...
“Come sarà lo psicologo, cosa ci sarà dentro la stanza, dovrò stendermi sul lettino, piangerò, la psicologa starà in silenzio per tutto il tempo, studierà come mi muovo e interpreterà ogni dettaglio di ciò che dico e faccio, non riuscirò a spiegarmi, che imbarazzo ...”
Una volta dentro inizia un incontro che spesso non è simile a quel che si aspettavano, molte volte quando l’ora finisce la persona esclama “di già?”, e molto spesso quando poi esce fuori e se ne va, sente un senso di alleggerimento e qualcosa che frulla dentro.
Se poi gli incontri proseguono si instaura un ritmo e un rito, quello spazio diventa il “mio” spazio per le persone, che sentono in quell’ora qualcosa di prezioso e unico.
Spesso, poi, si accorgono che al di là del motivo che li ha condotti da quello specialista, il percorso si allarga e si arricchisce: oltre a prendersi cura del disagio, vengono fuori intuizioni e scoperte inaspettate. Una bellezza e una ricchezza preziose.
Per aiutare a far comprendere meglio il senso di questa esperita ho scelto di raccontare la psicoterapia attraverso le parole che arrivano dal mio lavoro, quelle dei grandi maestri, ma soprattutto quelle di chi l’ha vissuta e la sta vivendo da “paziente”.
Oggi vi lascio queste ... buona lettura !
“Proprio come quando ci ammaliamo e un organo del nostro corpo duole, riusciamo a percepire quell'organo e ad accorgerci che esiste,
allo stesso modo percepiamo la nostra anima quando, nel momento in cui siamo costretti a trasformarci o a trasformare la nostra esistenza, essa grida.
Comprendiamo allora che tutta la nostra vita può essere letta come un cammino conoscitivo,
come una ricerca che quotidianamente portiamo avanti per scoprire la nostra vera natura,
quel patrimonio inespresso di risorse che giace nei sotterranei della nostra anima.”
Aldo Carotenuto