Capita di ascoltare storie che lasciano con molte domande aperte, vero?
La morte di una giovane madre è una di queste. Il pensiero va a lei e al veloce passaggio che le è toccato in sorte, e subito il pensiero va a chi resta.
Cosa rimane dopo la perdita di una persona cara e come si trasforma dentro di noi?
Un compagno e due bambini, insieme a tutti quelli che l’hanno amata e conosciuta.
È possibile attraversare un dolore così? Uscirne e non restarne impregnati per sempre? Il caso vuole che nei giorni scorsi, è venuta da me una donna che da piccola ha vissuto una storia simile, dolorosamente vicina. Il dolore della perdita le è rimasto attaccato, trasformandosi in rabbia e in paura.
Riflettiamo insieme sulla possibilità di andare oltre, sulla possibilità di trasformare. E Troviamo nelle immagini una chiave, troviamo nell'immaginario una strada.
Chi se ne va, vive nelle immagini che restano dentro di noi.
La morte è l’ultima metamorfosi, un passaggio misterioso che l’uomo non sa svelare. Gli antichi immaginavano storie sul dopo, sull'aldilà, storie di una vita che continua in un’altra forma. Se il corpo muore l’anima prosegue nel suo viaggio e mutando forma può essere incontrata in altri modi, più sottili.
"Occorre il coraggio di immaginare che esiste questa possibilità, non per rimanere attaccati a qualcosa che non c’è più ma per riscoprirlo in modo nuovo".
Forse ad un bimbo piccolo come a un uomo adulto si possono ancora raccontare storie, parole che curano.
La donna, la mamma non è più quella che abbiamo avuto finora, ha cambiato forma, ora la possiamo trovare altrove, ci abbraccia e ci tiene la mano in altri modi. Un angelo, una stella, un soffio di vento, un fiore, un albero, una sensazione appena accennata quando si chiudono gli occhi.
Avvertirne la presenza proprio dove è più forte la mancanza: L’anima ci dona questa possibilità.
Il tempo del lutto è un tempo che serve a lasciar scorrere tutte le emozioni, i pensieri e le sensazioni.
E’ un tempo prezioso, che una volta veniva espresso da abiti neri: a raccontare uno stato dell’anima.
È un tempo necessario ma non infinito, Arriva sempre il momento in cui si toglie il nero per ridare spazio al colore e alla vita.
Anche se incomprensibile, esiste un senso:
è possibile attraversare anche la più profonda delle ferite, quella che ci è toccata in sorte, e continuare il viaggio.
“Proverai la gioia delle piccole cose solo se avrai accettato la morte.
Se invece ti guardi intorno avidamente in cerca di tutto ciò che potresti ancora vivere, allora nulla sarà mai grande abbastanza per il tuo piacere, le piccole cose che ti circondano non ti daranno più gioia.
Contemplo perciò la morte perché essa mi insegna a vivere.”
(C.G.Jung – Libro Rosso)