16.09.2024

tumore dell’ovaio “nessuna donna resti indietro

Il tumore dell'ovaio, delle tube di Falloppio e del peritoneo è la neoplasia che origina dalle ovaie (gli organi femminili responsabili della formazione degli ovuli), le tube di Falloppio (gli organi che connettono le ovaie con l’utero) e il peritoneo (il rivestimento della parete e degli organi addominali). Nonostante siano organi differenti, i tumori che originano da ovaie, tube e peritoneo rientrano nella stessa categoria e per semplicità vengono definiti come “tumore ovarico”. 

E’ l’ tumore più diagnosticato tra le donne e tra i più gravi a causa della sua elevata mortalità. La letalità è causata dalla mancanza di strumenti di screening o di diagnosi precoce e dalla presenza di sintomi poco riconoscibili, per cui il tumore viene diagnosticato in fase avanzata nel 80% circa dei casi. Colpisce con più frequenza oltre i 50 anni. In Italia circa 50.000 donne convivono con questo tumore e ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi (Dati AIOM 2022).

Tutte le donne sono a rischio di tumore ovarico, ma hanno un rischio maggiore le donne con familiarità per tumore ovarico o del seno oppure quelle che hanno ereditato un’alterazione genetica predisponente.

Nella popolazione femminile il rischio di sviluppare un tumore ovarico è piuttosto basso (1,8%) e questo rischio aumenta o diminuisce in presenza di precisi fattori.

Fattori di rischio di tumore all'ovaio

Età: il tumore colpisce maggiormente dopo la menopausa, tra i 50 e 69 anni. Tuttavia, alcuni tipi di tumore dell'ovaio possono presentarsi in donne più giovani. 

Storia familiare: donne con madre e/o sorella e/o figlia affetta/e da tumore dell'ovaio, della mammella, dell’utero, dell’intestino hanno maggiori probabilità di contrarre la neoplasia.

Storia personale: donne con una diagnosi pregressa di tumore della mammella, dell’utero o dell’intestino hanno maggiori probabilità di contrarre la neoplasia.

Alterazioni genetiche ereditarie: il rischio di sviluppare un tumore ovarico è più alto nelle donne che hanno ereditato specifiche mutazioni genetiche, come la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 o altre alterazioni del profilo genetico che, oltre ad aumentare la predisposizione alla malattia, aumentano la sensibilità alla chemioterapia a base di platino e ad altri nuovi agenti che hanno come bersaglio queste alterazioni. Si calcola che oltre il 25% dei tumori dell’ovaio sia causato da una alterazione dei geni BRCA1/2. Una mutazione del gene BRCA1 aumenta il rischio di sviluppare il tumore di circa il 40-50% mentre la presenza di una mutazione del gene BRCA2 lo aumenta del 10-30%.   

Vita riproduttiva: avere avuto le prime mestruazione in età molto precoce, non aver avuto figli, aver avuto la prima gravidanza in età avanzata, essere andate in menopausa in età avanzata sono tutti fattori che aumentano il rischio di tumore ovarico. 

Stili di vita e fattori ambientali: come per altri tipi di tumore, uno stile di vita scorretto (obesità, fumo, assenza di esercizio fisico) o l’esposizione a sostanze come l’amianto potrebbero essere associati anche al tumore ovarico. Non esistono tuttavia dati in letteratura sufficienti a trarre conclusioni certe. 

Riconoscere i sintomi del tumore ovarico


Il tumore dell’ovaio presenta sintomi non specifici spesso comuni ad altre patologie, come la sindrome del colon irritabile. Per tale motivo in circa l’80% delle pazienti la diagnosi viene effettuata in ritardo quando ormai il tumore è già in stadio avanzato (stadio III o IV). Per poter giungere ad una diagnosi precoce è molto importante imparare a riconoscerei i primi segnali di allarme che comprendono

  • gonfiore persistente dell’addome;

  • fitte addominali

  • bisogno frequente di urinare

  • inappetenza e/o sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto

  • perdite ematiche vaginali

  • mutamenti nelle abitudini intestinali (stitichezza o diarrea)

Se questi sintomi non ci sono mai stati prima e si presentano insieme, o in rapida sequenza, ogni giorno per più di 12-15 giorni al mese e per più di due o tre mesi consecutivi, è consigliabile rivolgersi al ginecologo, che attraverso l’ecografia pelvica o transvaginale potrà dare una prima importante indicazione diagnostica.

I passi della diagnosi di tumore ovarico


In assenza di strumenti di prevenzione e di diagnosi precoce, la diagnosi tempestiva, effettuata cioè ai primi sintomi, è cruciale per una prognosi favorevole. Ecco perché in caso di sintomi ricorrenti, è importante di rivolgersi immediatamente al ginecologo, se possibile di un centro specializzato, e intraprendere i passi necessari per arrivare alla diagnosi:

  • Visita medica e ginecologica

In caso di sintomi ricorrenti si eseguono dapprima indagini di routine che comprendono una visita medica dell’addome e una visita ginecologica. Durante la visita ginecologica viene eseguita una accurata raccolta dei sintomi e della loro evoluzione nel tempo. In particolare viene posta attenzione alla presenza di una massa o di più masse nella zona pelvica, all’aumento delle dimensioni dell’addome, alle alterazioni della regolarità intestinale, alla presenza di dolore o senso di peso nella regione addominale. Successivamente si effettua un esame clinico generale e locale per apprezzare consistenza e dimensioni delle ovaie

  • Ecografie e valutazione dei marcatori tumorali

L’ecografia pelvica transvaginale, in combinazione con il dosaggio del marcatore tumorale CA125, sono molto accurate nel diagnosticare il tumore ovarico. Sono esami ben tollerati e soprattutto ripetibili. La valutazione dei marcatori tumorali viene effettuata con un semplice prelievo del sangue.

  • Altri esami strumentali (TAC torace-addome-pelvi, Risonanza Magnetica addome-pelvi, PET Total Body)

In alcuni casi, soprattutto quando si riscontra il rialzo di marcatori tumorali come il CA19.9, è consigliabile eseguire una gastroscopia e una colonscopia per escludere una primitività da parte dell’apparato gastrointestinale.

L’intero processo diagnostico si chiama stadiazione e precede l’intervento chirurgico.

Dalla diagnosi al trattamento del tumore dell'ovaio

  • Trattamento chirurgico

La chirurgia è lo step fondamentale nel trattamento del tumore ovarico. E’ utilizzata per porre la diagnosi e per la stadiazione del tumore ovarico, oltre che per rimuoverlo il più radicalmente possibile.

L’asportazione macroscopicamente totale della malattia aumenta la sopravvivenza della paziente e va effettuata da un team di chirurghi oncologi ginecologi specializzato in questo tipo di tumore. Se la malattia viene asportata radicalmente, il guadagno in termini di sopravvivenza per la paziente arriva a 40 mesi rispetto a pazienti in cui l’intervento chirurgico non ha asportato completamente la malattia.

  • Terapia medica

La chemioterapia è, insieme alla chirurgia, uno dei cardini nel trattamento del carcinoma ovarico e si avvale, in prima istanza, di un trattamento farmacologico a base di paclitaxel e carboplatino. Altri farmaci come la doxorubicina liposomiale peghilata e la gemcitabina sono più spesso utilizzati in seconda linea dopo il fallimento del trattamento standard. Negli ultimi anni, per lo più in associazione alla chemioterapia, si sono affermate nuove terapie.

  • Benessere psicologico

Trattamento non significa solo intervento chirurgico e farmacologico ma anche altri tipi di supporto sia fisico che psicologico a seconda delle esigenze della paziente: da un supporto psicologico individuale a gruppi psico-educazionali per arrivare alla psicoterapia di gruppo e a un supporto alle coppie. Vivere una dimensione di gruppo aiuta psicologicamente ad eliminare il senso di solitudine e di esclusione che spesso nasce già al momento della diagnosi di tumore e rivitalizza fisicamente grazie a sedute dedicate a tecniche di rilassamento muscolare e tecniche di respirazione.


L'importanza della qualità di vita delle pazienti affette da tumore ovarico


Con le nuove terapie, le pazienti sopravvivono più a lungo e acquista sempre maggiore importanza la loro qualità di vita.  È noto infatti che le pazienti che seguono uno stile di vita corretto rispondono meglio alle terapie e hanno un migliore decorso della malattia. Per questo, accanto ai percorsi di cura convenzionali, oltre al benessere psicologico, si pone attenzione all’alimentazione, a terapie fisiche come linfodrenaggi e cure di oncoestetica, ad attività che aiutano il rilassamento, la respirazione e la concentrazione, a tecniche di meditazione e mindfulness, oltre al movimento, che può comprendere attività come lo yoga o il walking o altre attività “dolci”, e il cui effetto sul benessere psicofisico sulle pazienti è provato. Ma non vanno dimenticate tutte quelle attività di gruppo che aiutano lo scambio di esperienze tra pazienti facendole sentire meno sole.  Queste “cure oltre le cure” aiutano a migliorare la qualità di vita e i risultati terapeutici di cura, alleviano l’ansia legata alla malattia e lo stress delle cure migliorando il tono dell’umore.

Per questo è necessario che ognuno di noi si unisca al coro di voci  con A.C.T.O per diffondere la conoscenza del tumore ovarico, uno dei tumori femminili più gravi e silenti, perché solo conoscendone i sintomi, i fattori di rischio e di protezione, le possibilità di prevenzione primaria e secondaria, si può sperare di cambiare il futuro della malattia.

A.C.T.O. significa Alleanza Contro il Tumore Ovarico, presidente comitato scientifico è il Dott. Antonio Pellegrino, ginecologo del Centro In Salus di Lecco.

A.C.T.O. si occupa di tutte le donne lombarde, e dei loro famigliari, affette da tumori ginecologici proponendo loro eventi gratuiti che ne promuovano la cura e la presa in carico a 360°. Inoltre, svolgiamo anche attività di advocacy nei confronti di tutte le donne affinché di questi tumori, a volte così subdoli ma che toccano una sfera tanto intima da arrivare a cambiare completamente la vita di una donna e della sua famiglia, si cominci a parlare sempre di più. Perché la parola prevenzione faccia sempre più rima con speranza e con vittoria. Siamo una grande alleanza e vogliamo fare in modo che nessuna donna di fronte alla malattia debba più sentirsi sola.


Articolo di:

Pellegrino Antonio

Primario di Ginecologia e Ostetricia